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sabato 29 ottobre 2016

Pisa, città etrusca



Le origini di Pisa sembrerebbero ancora oggi molto incerte. Esistono infatti tesi su una sua possibile origine ligure o greca, ma la storiografia contemporanea ha fugato molti dubbi circa le origini della città, che sarebbe nata dall’aggregazione di alcuni villaggi etruschi alla confluenza del fiume Auser nell’Arno. Di certo sappiamo che i più antichi ritrovamenti archeologici risalgono all’età del Bronzo, e abbiamo notizia di insediamenti etruschi databili tra il V e il VII secolo a.C. Per via dell’incertezza circa le origini, in passato vi furono dubbi consistenti intorno all'etimologia del toponimo Pisa. C’è però il dato storico che Pomponio Mela assegnò un’origine etrusca a Pisa: “Pisae Etrusca et loca et nomina (o flumina) ” [Pisa è etrusca per luoghi e nomi (o fiumi)] (P. Parroni). Alcuni codici, al posto di “nomina”, riportano la lezione “flumina”, ma P. Parroni ha preferito la lezione “nomina”, tramandata da Vibio Sequestre, al posto di “flumina” proposta da Cluverius. ( Pomponii Melae De Chorographia). Oggi è pressoché universalmente accettata l’ipotesi per cui il toponimo  Pisa significherebbe luogo palustre. L’idea fu ventilata già nel XIX secolo da E. V. Montazio ,il quale osservò:

Mazzocchi, dopo aver citato in Eusebio l’opinione che la voce Pisos  altro non denota se non luogo acquoso, denominazione giusta, tanto per Pisa in Elide che per la Toscana,  fa risalire l’etimologia di questo vocabolo al verbo ebraico significante  pus, augescere,  exundare,  il cui nome vale quanto luogo palustre, e da ciò trae motivo di ritenere ambo quei nomi spettare non ai greci ma  ai Tirreni orientali” (Annali di Pisa).  Si sottolinea, tra parentesi,  che Tyrreni sostituiva a volte il più diffuso termine Tusci [Etruschi].  Più recentemente l’ipotesi è stata suffragata da Pietro Dini, per il quale il toponimo latino Pisae ( in greco Pisa, Pisai, Peisa e Peisai) è un nome di matrice indoeuropea, con il significato sia di acque stagnanti sia di acque correnti (P. Dini).

Dal punto di vista strettamente storico, l’origine etrusca di Pisa è stata sostenuta con ottimi argomenti ed adeguati riferimenti archeologici da S. Bruni, il quale si batté per molti anni perché l’origine etrusca di Pisa fosse definitivamente riconosciuta dalla critica:

“La grande stagione etrusca di Pisa, più volte ricordata dalla stessa tradizione letteraria greca e latina, era ancora nella seconda metà del XVIII secolo – e lo sarà ancora per molto essendo conquista assai recente, legata com’è alla serie di scavi e scoperte effettuati nell’area della città nel corso dell’ultimo trentennio – praticamente sconosciuta” (S. Bruni).

Se infine consideriamo, sia pure con le debite differenziazioni tra epoche molto diverse tra loro sotto l’aspetto ambientale, che gran parte della storia alto-medievale di Pisa ruota attorno a tutta una serie di impaludamenti, l’ipotesi di un toponimo che rispecchi l’idea di una zona “ricca d’acque” ha una sua indubbia consistenza storica oltre che linguistica (M. Baldassarri-G. Gattiglia).

In età romana Pisa si schierò decisamente con  Roma nella sua politica espansionistica, ed il suo sistema portuale fu spesso usato come base per le flotte romane. Pisa diventò municipium nel I secolo a.C. e colonia  sotto l’imperatore Augusto. Dopo la caduta dell’impero romano,  Pisa fu governata sicuramente dai Bizantini e poi, secondo una tradizione incerta,  dai Longobardi, che l’avrebbero conquistata con Rotari verso la prima metà del VII secolo. Anche su questo le tesi divergono, perché secondo parte della storiografia,  parrebbe che Pisa fosse rimasta immune dalla conquista [Ceccarelli Lenut]); però, nonostante la mancanza di fonti scritte, l’archeologia ha dimostrato la presenza di tombe longobarde a Pisa. Nell’XI secolo Pisa fu una delle  Repubbliche Marinare più potenti in Italia, e la flotta  pisana  assicurò alla città il dominio del Mediterraneo occidentale per gran parte del Medioevo.  Tra il XII e il XIV secolo Pisa, grazie alla sua importanza strategica e militare, si ingrandì inglobando numerosi villaggi intorno ad essa, e ciò comportò la creazione di nuove strade e piazze, nonché delle tipiche Case-Torri, appartenenti alla nobiltà e al prospero ceto mercantile della città, che avviò Pisa a un grande sviluppo edilizio ed economico.

La crescita della città si arrestò quando Pisa fu  conquistata da Firenze, che la dominò per quasi tutto il XV secolo. Ciò significò una inevitabile perdita di importanza della città; però, sotto il dominio di Firenze, Pisa fu anche  notevolmente fortificata sul  mare con opere di celeberrimi ingegneri militari come Filippo Brunelleschi. Verso la fine del XV secolo Carlo VIII di Francia sottrasse Pisa a Firenze,  dandole ampia  autonomia di governo, che durò fino per tutta la prima decade del XVI secolo, quando la città fu di nuovo conquistata da  Firenze, che tuttavia fece  ricostruire le fortificazioni pisane distrutte nel corso delle precedenti guerre.

Dai documenti appare chiaro che  la città sembrò soffrire di un rapido decadimento fra il XVII e il XVIII secolo, che fu superato  soltanto sotto il governo del  Granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo, che ne modernizzò le infrastrutture viarie e  molti palazzi. Nel XIX secolo Pisa conobbe un ulteriore sviluppo urbano  e la creazione di importanti opere pubbliche , come la Piazza Vittorio Emanuele (O. Niglio). In ogni caso, il Medioevo fu  certamente il periodo di maggior sviluppo economico, politico ed artistico  di Pisa, come del resto dimostra il centro storico, ricco di  edifici religiosi e civili che richiamano i nomi di Nicola e Giovanni Pisano.  Pisa vanta oggi numerosissime istituzioni culturali che conservano opere di eccezionale valore artistico.

Fonti:

Annali di Pisa dalla sua origine fino all'anno 1840, compilati da E. V. Montazio, Lucca, 1840, Vol. I, p. 18.

M. Baldassarri-G. Gattiglia, “Tra i fiumi e il mare. Lo sviluppo di Pisa nel suo contesto ambientale tra VII e XV secolo”, in V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, 2009,  pp. 181-187.

S. Bruni, “La domus nobìilium de Balneum …”, in Concordi limine maior, ETS, 2014, p.14. Dello stesso S. Bruni, “Pisa Etrusca et loca et flumina … sed etiam maria, Appunti sulla vicenda di Pisa etrusca”, in Pisa e il Mediterraneo …, a cura di M. Tangheroni, 2003.

P. Dini, “Sul toponimo Pisa in una prospettiva indoeuropea”, in AION linguistica, 16, pp. 283-316.

O. Niglio, “Tesori militari e ipotesi di trasformazione nel nuovo assetto urbano della città si Pisa”, in Città e Storia, IV, 2009, 2,  pp. 417 sgg.

Pomponii Melae De Chorographia libri Tres, a cura di P. Parroni, Roma, Edizioni di storia e Letteratura, 2005  [ I Ediz. 1984], p. 146, righe 73-74 e apparato critico.

Ceccarelli Lenut, Un castello e la sua storia. Montescudaio nel Medioevo (2009): http://www.rmoa.unina.it/852/1/RM-Ceccarelli-Montescudaio.pdf.

mercoledì 26 ottobre 2016

Spoleto tra il Cardinale Albornoz e Lucrezia Borgia



Le origini di Spoleto, situata lungo le pendici del colle Sant’Elia, risalgono alla fine dell’età del bronzo, come dimostrano alcuni resti di necropoli, ritrovati nel perimetro della città. Nel V-IV secolo a.C. gli Umbri occuparono il territorio, e la città diventò un Castrum (fortezza),con la costruzione delle cosiddette mura ciclopiche, composte da enormi massi di pietra calcarea di forma poligonale. Nel 241 a.C. Spoleto diventò una colonia, ed essa fu eretta dai Romani, per meriti di fedeltà, al rango di Municipium. Infatti, Spoleto dimostrò fedeltà a Roma soprattutto durante la seconda guerra punica, opponendosi con valore all’esercito cartaginese di Annibale, che avanzava verso Roma, dopo aver sconfitto i Romani nella battaglia del Trasimeno. Infatti Cicerone definì “Spoletinam Coloniam in primis firmam et inlustrem” [“ la colonia di Spoleto forte e illustre”] (Severus Minervius).



Riguardo all'etimologia di “Spoletium-Spoletum”, possiamo dire di essere in una situazione di attesa. Cominciamo, per dovere di informazione, dall'ipotesi proposta nel XVIII secolo da Severus Minervius, il quale faceva derivare il nome della città dal termine latino Spolia: “ 'Spoletium' plures dici a dividendi spoliis...” [“ Molti sostengono che il nome di  Spoleto deriva dal fatto che essi si dividevano le spoglie dei nemici in guerra”]. Oggi gli studiosi sembrano concordemente orientati ad accettare l'ipotesi che Spoletium abbia le sue radici nell'etrusco spur, che significa appunto città. A. Morigi, infatti, scrive: “[...] La tradizione antiquaria leggeva nel toponimo la somma dei termini Greci Spao (staccare) e lithos (pietra), per rimarcare la forma di rupe staccata dal retrostante Monteluco di Colle Sant'Elsa. Una seconda ipotesi potrebbe coincidere con una radice etrusca Spur e il corrispettivo locativo spur-ethi per sottolineare l'ambito urbano [...]” (A. Morigi).

I resti che testimoniano la presenza romana nella città sono molti, come l’Arco di Druso e Germanico (23 a.C.), il Teatro Romano (I secolo a.C.) e la casa di Vespasia Polla, madre di Vespasiano. Nel IV a.C. secolo Spoleto diventò  sede episcopale, come testimonia la basilica di San Salvatore, una delle più antiche chiese della città. Dopo la caduta dell’impero romano, i Longobardi conquistarono Spoleto, che diventò  capitale di uno dei più vasti e potenti ducati dell'Italia mediana. Dopo la dominazione  Longobarda, il Ducato passò ai Franchi, sotto il cui dominio iniziò un progressivo declino della città.

Secondo la tradizione, nel 1155 Spoleto fu distrutta da Federico Barbarossa. In età Comunale, la città fu contesa tra l'Impero e la Chiesa, a cui andò soggetta sotto il papato di Innocenzo III nel 1198 e, definitivamente, nel 1247. Nel corso di questo periodo di dominio dello Stato della Chiesa, fu costruita una seconda e più ampia cinta muraria, entro la quale si svilupparono le strutture urbane medioevali, che le diedero un aspetto di rocca fortificata. Trasformatasi in Comune, Spoleto fu dilaniata al suo interno dalle lotte fratricide tra Guelfi e Ghibellini, finché, con l'azione decisa del Cardinale Albornoz, le dispute furono sedate. Grazie al potente prelato, essa ebbe anche un notevole incremento delle fortificazioni; infatti il Cardinale Egidio Albornoz incaricò Gattaponi,  famoso ingegnere militare, di costruire la cosiddetta Rocca di Albornoz, che diventò la sede dei governatori della città.

Alla fine del XV secolo, Spoleto fu governata da un famoso esponente della Potente famiglia dei Borgia,  Lucrezia Borgia, figlia di Papa Alessandro VI Borgia e sorella di Cesare Borgia, figura fondamentale del Principe di Machiavelli. Nel corso del periodo napoleonico, Spoleto fu sottratta al diretto dominio del Papa e governata come una Repubblica strettamente legata ai Francesi, assumendo un ruolo di una certa rilevanza, come capoluogo del Dipartimento del Trasimeno.

Dopo la Restaurazione essa fu restituita allo Stato della Chiesa, fino al periodo Risorgimentale, che vide la città molto impegnata nelle lotte per l'Unificazione d'Italia. Essa, nel 1860 entrò quindi nel Regno d'Italia. Oggi la città è un importante centro turistico, di alto valore culturale, aperta ad iniziative che l'hanno fatta conoscere a livello internazionale.

Fonti:

A Morigi, Spoleto Romana: Topografia e Urbanistica, Archaeopress, 2003, p. 6.

“Severi Minervii De Rebus Gestis atque Antiquiis Monumentis Spoleti. De Origine et nomine Spoletinae Urbis”, in Documenti Storici Inediti, a cura di Achille Sansi, Foligno, 1879, p. 15.