Le origini
di Pisa sembrerebbero ancora oggi
molto incerte. Esistono infatti tesi su una sua possibile origine ligure o greca, ma la storiografia contemporanea ha fugato molti dubbi circa
le origini della città, che sarebbe nata dall’aggregazione di alcuni villaggi
etruschi alla confluenza del fiume Auser
nell’Arno. Di certo sappiamo che i più antichi ritrovamenti archeologici risalgono
all’età del Bronzo, e abbiamo notizia di insediamenti etruschi databili tra il
V e il VII secolo a.C. Per via dell’incertezza circa le origini, in passato vi
furono dubbi consistenti intorno all'etimologia
del toponimo Pisa. C’è però il dato storico che Pomponio Mela assegnò un’origine
etrusca a Pisa: “Pisae Etrusca et loca et nomina (o flumina) ” [Pisa è etrusca
per luoghi e nomi (o fiumi)] (P. Parroni). Alcuni codici, al posto di “nomina”,
riportano la lezione “flumina”, ma P. Parroni ha preferito la lezione “nomina”,
tramandata da Vibio Sequestre, al posto di “flumina” proposta da Cluverius. ( Pomponii Melae De Chorographia). Oggi è
pressoché universalmente accettata l’ipotesi per cui il toponimo Pisa significherebbe luogo palustre. L’idea fu ventilata già nel XIX secolo da E. V. Montazio ,il quale osservò:
“Mazzocchi, dopo aver citato in Eusebio l’opinione che la voce Pisos
altro non denota se non luogo
acquoso, denominazione giusta, tanto per Pisa in Elide che per la Toscana, fa risalire l’etimologia di questo vocabolo
al verbo ebraico significante pus, augescere,
exundare, il cui nome vale quanto luogo palustre, e da ciò trae motivo di ritenere ambo quei nomi
spettare non ai greci ma ai Tirreni
orientali” (Annali di Pisa). Si sottolinea, tra parentesi, che Tyrreni
sostituiva a volte il più diffuso termine Tusci
[Etruschi]. Più recentemente l’ipotesi è
stata suffragata da Pietro Dini, per il quale il toponimo latino Pisae ( in greco Pisa, Pisai, Peisa e Peisai) è un nome di matrice
indoeuropea, con il significato sia di acque
stagnanti sia di acque correnti
(P. Dini).
Dal punto di
vista strettamente storico, l’origine etrusca di Pisa è stata sostenuta con
ottimi argomenti ed adeguati riferimenti archeologici da S. Bruni, il quale si
batté per molti anni perché l’origine etrusca di Pisa fosse definitivamente
riconosciuta dalla critica:
“La grande
stagione etrusca di Pisa, più volte ricordata dalla stessa tradizione
letteraria greca e latina, era ancora nella seconda metà del XVIII secolo – e
lo sarà ancora per molto essendo conquista assai recente, legata com’è alla
serie di scavi e scoperte effettuati nell’area della città nel corso
dell’ultimo trentennio – praticamente sconosciuta” (S. Bruni).
Se infine
consideriamo, sia pure con le debite differenziazioni tra epoche molto diverse
tra loro sotto l’aspetto ambientale, che gran parte della storia alto-medievale
di Pisa ruota attorno a tutta una serie di impaludamenti, l’ipotesi di un
toponimo che rispecchi l’idea di una zona “ricca d’acque” ha una sua indubbia
consistenza storica oltre che linguistica (M. Baldassarri-G. Gattiglia).
In età romana Pisa si schierò decisamente
con Roma nella sua politica
espansionistica, ed il suo sistema portuale fu spesso usato come base per le
flotte romane. Pisa diventò municipium
nel I secolo a.C. e colonia sotto l’imperatore Augusto. Dopo la caduta dell’impero romano, Pisa fu governata sicuramente dai Bizantini e poi, secondo una tradizione
incerta, dai Longobardi, che l’avrebbero conquistata con Rotari verso la prima metà del VII secolo. Anche su questo le tesi
divergono, perché secondo parte della storiografia, parrebbe che Pisa fosse rimasta immune dalla
conquista [Ceccarelli Lenut]); però, nonostante la mancanza di fonti scritte,
l’archeologia ha dimostrato la presenza di tombe longobarde a Pisa. Nell’XI
secolo Pisa fu una delle Repubbliche
Marinare più potenti in Italia, e la flotta
pisana assicurò alla città il
dominio del Mediterraneo occidentale per gran parte del Medioevo. Tra il XII e il XIV secolo Pisa, grazie alla
sua importanza strategica e militare, si ingrandì inglobando numerosi villaggi
intorno ad essa, e ciò comportò la creazione di nuove strade e piazze, nonché
delle tipiche Case-Torri,
appartenenti alla nobiltà e al prospero ceto mercantile della città, che avviò
Pisa a un grande sviluppo edilizio ed economico.
La crescita
della città si arrestò quando Pisa fu
conquistata da Firenze, che la dominò per quasi tutto il XV secolo. Ciò
significò una inevitabile perdita di importanza della città; però, sotto il
dominio di Firenze, Pisa fu anche
notevolmente fortificata sul mare
con opere di celeberrimi ingegneri militari come Filippo Brunelleschi. Verso la fine del XV secolo Carlo VIII di Francia sottrasse Pisa a
Firenze, dandole ampia autonomia di governo, che durò fino per tutta
la prima decade del XVI secolo, quando la città fu di nuovo conquistata da Firenze, che tuttavia fece ricostruire le fortificazioni pisane
distrutte nel corso delle precedenti guerre.
Dai
documenti appare chiaro che la città
sembrò soffrire di un rapido decadimento fra il XVII e il XVIII secolo, che fu
superato soltanto sotto il governo del Granduca Pietro
Leopoldo d'Asburgo, che ne modernizzò le infrastrutture viarie e molti palazzi. Nel XIX secolo Pisa conobbe un
ulteriore sviluppo urbano e la creazione
di importanti opere pubbliche , come la Piazza Vittorio Emanuele (O. Niglio).
In ogni caso, il Medioevo fu certamente il periodo di maggior sviluppo
economico, politico ed artistico di
Pisa, come del resto dimostra il centro
storico, ricco di edifici religiosi
e civili che richiamano i nomi di Nicola
e Giovanni Pisano. Pisa vanta oggi numerosissime istituzioni
culturali che conservano opere di eccezionale valore artistico.
Fonti:
Annali di Pisa dalla sua origine fino
all'anno 1840,
compilati da E. V. Montazio, Lucca, 1840, Vol. I, p. 18.
M.
Baldassarri-G. Gattiglia, “Tra i fiumi e il mare. Lo sviluppo di Pisa nel suo
contesto ambientale tra VII e XV secolo”, in V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, 2009, pp. 181-187.
S. Bruni,
“La domus nobìilium de Balneum …”, in Concordi
limine maior, ETS, 2014, p.14. Dello stesso S. Bruni, “Pisa Etrusca et loca
et flumina … sed etiam maria, Appunti sulla vicenda di Pisa etrusca”, in Pisa e il Mediterraneo …, a cura di M.
Tangheroni, 2003.
P. Dini, “Sul
toponimo Pisa in una prospettiva indoeuropea”, in AION linguistica, 16, pp. 283-316.
O. Niglio,
“Tesori militari e ipotesi di trasformazione nel nuovo assetto urbano della
città si Pisa”, in Città e Storia,
IV, 2009, 2, pp. 417 sgg.
Pomponii Melae De Chorographia libri
Tres, a cura di P.
Parroni, Roma, Edizioni di storia e Letteratura, 2005 [ I Ediz. 1984], p. 146, righe 73-74 e
apparato critico.
Ceccarelli
Lenut, Un castello e la sua storia.
Montescudaio nel Medioevo (2009):
http://www.rmoa.unina.it/852/1/RM-Ceccarelli-Montescudaio.pdf.